Puntata 205 – Il Museum of Operation Avalanche di Eboli | Il ricordo di Leonardo Del Vecchio

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04:05Il Museum of Operation Avalanche di Eboli36:00Il ricordo di Leonardo Del Vecchio

Nella puntata di oggi andremo a visitare un museo di Eboli, il MOA acronimo di ‘Museum of Operation Avalanche’ e ne parleremo con il suo direttore, il dott. Marco Botta.

Il Museo dell’ Operazione Avalanche si trova all’ interno del complesso monumentale del XV secolo detto della SS. Trinità. L’edificio, per la sua struttura, riveste particolare importanza storica per la sua architettura rinascimentale. Il museo, inaugurato il 9 settembre 2012, dispone di uno spazio multimediale e tridimensionale che attraverso immagini, musiche, video, fotografie e reperti è in grado di raccontare i diversi accadimenti legati agli eventi dell’Operazione Avalanche. L’allestimento statico del Museo, che occupa circa 1.500 m², è improntato, da un lato, alla ricostruzione dell’aspetto militare con armi, divise, cimeli dei 4 eserciti protagonisti dei combattimenti, in buona parte frutto delle varie campagne di scavo intraprese nella zona dei combattimenti; dall’altro, con oggetti della cultura materiale dell’epoca, diari di guerra, documenti ufficiali e scritture private, a rievocare le condizioni di vita, l’immaginario collettivo, gli stili di vita delle comunità campane che furono catapultate al centro del conflitto più cruento della storia dell’umanità.

Lo sbarco a Salerno (nome in codice operazione Avalanche), fu un’operazione militare di sbarco anfibio messa in atto dagli Alleati lungo le coste del golfo della città di Salerno il 9 settembre 1943, nel corso della campagna d’Italia della seconda guerra mondiale.

Con questa operazione, gli alti comandi alleati intendevano costituire un’importante testa di ponte nel territorio dell’Italia continentale, il cui obiettivo era di creare un trampolino di lancio per la conquista di Napoli e del suo fondamentale porto, utile per rifornire le truppe alleate impegnate sul fronte italiano. Le forze statunitensi della 5ª Armata statunitense del generale Mark Clark, impegnate nello sbarco, sarebbero state successivamente raggiunte dalle forze dell’8ª Armata britannica di Bernard Montgomery provenienti da sud (operazione Baytown), assieme alle quali avrebbero poi attaccato le postazioni difensive tedesche del Volturno e della Gustav nell’Italia centrale.

Nonostante alcuni limitati successi iniziali, le truppe del generale Clark vennero violentemente contrattaccate dalle forze tedesche che il feldmaresciallo Albert Kesselring era riuscito a concentrare sulle alture dominanti il golfo di Salerno; gli anglo-americani si trovarono in grande difficoltà e il generale Clark temette un disastro. Attaccando lungo il corridoio del fiume Sele, che rappresentava uno spartiacque naturale tra i due corpi d’armata sbarcati nel golfo di Salerno, i tedeschi arrivarono molto vicini allo sfondamento, ma la tenace resistenza anglo-americana e il supporto dell’artiglieria alleata scongiurarono il pericolo.

Dopo dieci giorni di aspri combattimenti, gli Alleati, che pure avevano subito perdite molto più elevate dei tedeschi, riuscirono a uscire dalla testa di ponte e a riorganizzarsi in vista dell’avanzata verso Napoli, che nel frattempo era già insorta, e dove giunsero il 1º ottobre 1943. I tedeschi, al contempo, avevano dovuto ripiegare ordinatamente verso nord in direzione della linea fortificata, denominata linea del Volturno, arroccata nell’impervio territorio appenninico a nord del capoluogo campano, dove si prepararono ad affrontare gli Alleati in avanzata.

Dopo questo giro in provincia di Salerno, ricorderemo un grande imprenditore italiano che proprio questa mattina è scomparso, Leonardo Del Vecchio.

Nato a Milano, era l’ultimo di quattro fratelli. Il padre Leonardo, commerciante di frutta di origini barlettane, muore poco prima della sua nascita, e anche per questo la madre Grazia Rocco sceglie di dargli lo stesso nome. Pochi anni dopo, il giovane Leonardo viene affidato al collegio dei Martinitt, dove resta fino al diploma di scuola media. A 15 anni va a lavorare come garzone alla Johnson, una fabbrica produttrice di medaglie e coppe, i cui proprietari lo spingono a iscriversi ai corsi serali all’Accademia di Brera per studiare design e soprattutto incisione.

A 22 anni si trasferisce a Pieve Tesino, un piccolo paese del Trentino, dove trova lavoro come operaio in una fabbrica di incisioni metalliche. Nel 1958 si trasferisce quindi ad Agordo, in provincia di Belluno, per aprire una bottega di montature per occhiali. Dopo tre anni, nel 1961, la bottega si trasforma in Luxottica S.a.s., con quattordici dipendenti, specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie.

Riesce a ottenere un enorme garage con capannone proprio ad Agordo, poiché il comune regalava il terreno per iniziative industriali.

Rimasto unico proprietario, nel 1967, pur continuando la produzione di semilavorati per conto terzi, l’azienda compie la prima grande svolta strategica: inizia, assemblandone le singole parti, a produrre gli occhiali completi e a commercializzarli con il marchio Luxottica.

Dopo soli quattro anni, nel 1971, Luxottica abbandona il business della produzione per conto terzi per dedicarsi unicamente alla realizzazione e commercializzazione degli occhiali finiti.

Nel 1981 l’azienda è diventata forte e solida, e va all’attacco del mercato statunitense. Si rivolge al Credito Italiano diretto da Lucio Rondelli per ottenere un prestito col quale acquistare Avantgarde, un marchio statunitense di occhiali che gli consente di entrare nel mercato USA. Un anno dopo restituisce alla banca tutto il capitale con gli interessi, dopo aver aperto quattro nuovi stabilimenti e assunto 4 500 persone.

La Luxottica dal 1990 è quotata nella Borsa di New York.

Dal 1995 Luxottica è il maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale. Con i Benetton acquistò nel 1995 la SME (Società Meridionale di Elettricità, ex gruppo IRI), che nel 1993 aveva avviato i franchising Supermercati GS e Autogrill: «Fu un affare finanziario, concluso cinque anni dopo con la cessione ai francesi della Carrefour».

Dal dicembre 2000 Luxottica è quotata nella Borsa di Milano, unendosi all’indice MIB-30 (ora S & P / MIB) nel settembre 2003. La quotazione ha migliorato la capacità dell’azienda di acquisire altri marchi nei settori della produzione e della distribuzione di occhiali da sole e da vista, a partire dal marchio italiano Vogue nel 1990, Persol e US Shoe Corporation (LensCrafters) nel 1995, Ray-Ban nel 1999 e Sunglass Hut Inc. nel 2001. In seguito si è indirizzata alla ricerca di altre società di vendita al dettaglio, acquisendo OPSM con sede a Sydney nel 2003, Pearle Vision nel 2004, Surfeyes nel 2006 e Cole National nel 2004. Luxottica ha acquisito la californiana Oakley, il più importante marchio al mondo di occhiali da sport con un accordo da 2,1 miliardi di dollari nel novembre 2007.

Dal 27 luglio 2004 Del Vecchio lascia ad Andrea Guerra il ruolo di amministratore delegato di Luxottica oltre che quello di consigliere di amministrazione nelle sue principali società controllate.

INFO

Sito web del MOA Museum

Sito web di Luxottica Group

CREDITI

Foto di copertina: https://www.history.navy.mil

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