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Nella puntata numero 150 del nostro anno parleremo di arte e di viaggi, con Vincenzo Biavati, ferrarese, che sta esponendo in città alcune sue opere dedicate alla luce, al colore e ai led.
In parete l’artista ferrarese presnta una serie di coloratissime lightbox, opere dedicate ad un percorso estetico che parte dai disegni delle Grotte di Lescaux fino alla sofisticata tecnologia dei lightbox, sperimentata in anni di attività e di ricerca, un percorso condotto ad indagare tematiche fra le più disparate: animali, figure antropomorfe e segni astratti, fino a cimentarsi con la digital art e l’optical art. Ecco la luce artificiale guizzare dalle “scatole luminose” modulata da infinite cromie, spesso cinetiche, per cui l’immagine diviene instabile creando dubbi percettivi per cui il loro leggero variare invita all’osservazione lenta e sommessa. Biavati invita lo spettatore a soffermarsi davanti ad un mutevole caleidoscopio per cogliere momenti di pacata riflessione, con tempi che ormai la frenetica civiltà dell’immagine pare aver dimenticato inducendoci all’attesa, stimolando leggere meditazioni. Le “scatole luminose” spente attendono l’osservatore, prendono vita e si accendono con un lento variare cromatico di puri valori visivi. L’opera d’arte non è stabile ma variabile, sia nella sua interpretazione sia nella propria oggettività, in un rapporto misterioso ed escatologico fra la luce ed il buio.
La mostra reca il patrocinio del Comune di Ferrara.
Nel corso dell’inaugurazione verrà presentato il nuovo catalogo dell’artista.
Biavati coagula contaminazioni e con sapiente mix estetico, invade l’ambito tridimensionale esaltando, con la luce artificiale spazi e gli ambienti spesso dimenticati generando curiosità ed interesse. Biavati applica, in ogni suo intervento, l’idea del cantiere rinascimentale in cui l’artista, deus ex machina, ricerca la collaborazione di volontari e
tecnici di illuminotecnica a supporto del progetto, da abile regista figurativo concretizza le proprie installazioni in un entusiasmante laboratorio creativo. Partendo dall’analisi spaziale del luogo ne rileva dimensioni e storia, disegna, progetta ed elabora l’idea, creando ad hoc la disposizione più adatta allo spazio destinato all’intervento; opera nel contesto architettonico flettendone gli attributi al suo pensiero: da un chiostro del ‘500 ad uno spazio contemporaneo o piuttosto ad una vecchia fabbrica abbandonata opera con un gruppo di lavoro per il risultato è nella stessa azione estetica, nel carattere complessivo, nella ricerca dell’azione di tipo teatrale o dell’environment ambientale alla maniera del grande Christo.
Biavati identifica il processo di “resa” ovvero di generazione di un’immagine a partire da una descrizione razionale, ma poi in una scena tridimensionale interpretata da tagli, fori e pertugi da cui, la luce, rivela un mondo di cromatismi visto come da un caleidoscopio ribaltato, il colore è percepito nella sua continua variabilità e nella sua instabilità casuale, una metafora per comunicarci il continuo variare della vita.
Di viaggio invece con altri due ospiti, il primo, conosciuto in Facebook come ‘Il polentone in Giappone’, al secolo Dario, un italiano che vive a Hiroshima e con il nostro amico Alex Negrini appena rientrato da un viaggio in Giordania.
Dario ci racconterà cosa fa in Giappone e come si vive nel paese del Sol Levante, Alex invece ci porterà a conoscere le peculiarità del paese mediorientale appena visitato e cosa c’è da vedere e scoprire in Giordania.
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INFO
Pagina Facebook di Vincenzo Biavati