Puntata 138 – Il Rifugio Alpe Soglia | Il nuovo libro di Rachele Checchi

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06:20Il rifugio Alpe Soglia di Corio (TO)29:14Il nuovo libro di Rachele Checchi43:49La mostra: “Noi. Guardatevi dal far piangere una donna: Dio conta le sue lacrime”

La puntata di oggi sarà interamente dedicata al mondo femminile.

Inizieremo con l’intervistare Raffaella Panetta, titolare del rifugio Alpe Soglia di Corio (TO), abbarbicato sulle pendici delle Alpi piemontesi e che da alcuni decenni vive la montagna in maniera professionale.
Raffaella ci racconterà cosa significa vivere in un rifugio, come funziona la gestione e le caratteristiche di Alpe Soglia.

Proseguiremo poi ospitando la giovane Rachele Checchi della provincia di Ferrara che ha appena pubblicato il suo primo romanzo intitolato Completa-mente. (È l’amore che ci salva) in cui affronta il mondo adolescenziale, fra amori giovanili, amicizia, vicende di tutti i giorni ed altre storie.

Per finire ci siamo recati qualche giorno fa presso il refettorio dell’ex Convento di San Paolo a Ferrara in cui, in questi giorni si sta tenendo una mostra fotografica intitolata ‘Noi. Guardatevi dal far piangere una donna: Dio conta le sue lacrime’.

“Abbiamo provato a immedesimarci nelle donne vittime di violenza e abbiamo voluto rappresentare, più che lividi e sangue, i segni dell’anima.

La prima cosa che ci è venuta in mente sono le lacrime, segno di reazione al dolore. Questo lavoro vuole essere un messaggio universale ed è dedicato a tutte le donne”.

Così i fotografi Federica Veronesi e Stefano Pesaro presentando questa mattina all’ex refettorio di San Paolo la mostra promossa dal Comune, su input dell’assessore alle Pari Opportunità Dorota Kusiak, e realizzata da Fidapa Bpw Italy in vista del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Dieci scatti per altrettante figure ritratte “che hanno interpretato con bravura e sensibilità la memoria del dolore”. Ci sono volti, anche di diverse etnie, associati a riflessioni. Così, ad esempio, la donna col Burka dice simbolicamente: “Non potete vedere le mie lacrime”. Le lacrime che solcano gli altri visi sono invece ben riconoscibili e richiamano frasi come: “Ma io non sono caduta, giuro”, “Di padre in figlio, nulla cambia”, “Tanto è sempre colpa mia, vero?”.

E poi: decine di scarpette rosse al centro della sala Tre-Quattrocentesca, con l’obiettivo “non solo di rappresentare il problema della violenza ma anche di dare un messaggio di forza e di speranza, attraverso il mezzo, potente, della foto e dell’arte”, ha sottolineato l’assessore Dorota Kusiak. “La mostra – ha affermato inoltre – rappresenta anche l’occasione per rafforzare la sinergia tra l’Amministrazione e le associazioni del territorio nell’impegno condiviso di sostegno alle donne e di contrasto al fenomeno della violenza”.

Tutti gli scatti hanno come tratto comune le lacrime: ci piacerebbe pensarle come lacrime di speranza, perché si possano finalmente superare questi problemi”, ha detto la presidente della commissione Pari Opportunità Paola Peruffo.

“E’ per noi un privilegio e un grande regalo aver ricevuto dal Comune l’incarico di realizzare questa mostra – ha sottolineato Luisella Guarnieri di Fidapa -. Siamo un movimento di pensiero: la nostra mission è promuovere tutte le iniziative delle donne, in ogni ambito professionale, creando una rete per dar loro forza. Dobbiamo abituarci tutti quanti a riconoscere le forme di violenza, anche quella sottile, psicologica. Questa esposizione e queste immagini sono il simbolo di tante donne guerriere”.

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INFO

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