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Nella puntata di oggi andremo a conoscere il borgo di Borgio Verezzi, uno dei Borghi più belli d’Italia.
Bórgio Verèzzi è un comune italiano di 2 046 abitanti della provincia di Savona in Liguria. La sede comunale è situata presso la frazione di Borgio. Per via del festival teatrale che vi si svolge ogni anno, è soprannominato il paese del teatro.
Il comune è situato in prossimità della fascia costiera tra i centri di Finale Ligure, ad est, e Pietra Ligure ad ovest.
Nel 181 a.C., nelle vicinanze del monte Grosso, l’esercito romano, comandato da Lucio Emilio Paolo, sconfisse in una sanguinosa battaglia le tribù locali. Non fu facile per i Romani sconfiggere i Liguri, e questa sconfitta fu fondamentale per la sottomissione del territorio. Anche dal primitivo borgo di Borgio passava da Vada Sabatia (l’attuale Vado Ligure) la romana via Julia Augusta, strada che corrisponderebbe all’odierna via Pian dei Rossi, con la stazione di sosta-manso di Pollupice.
In epoca medievale, una parte del Burgum Albinganeum e di Veretium (antichi nomi di Borgio e di Verezzi), già possedimenti del vescovo-conte di Albenga, rientrarono dal 1076 nei possedimenti dell’abbazia benedettina di San Pietro in Varatella presso Toirano; l’atto di cessione fu firmato dal vescovo ingauno Diodato.
Le due principali borgate furono quindi annesse, intorno al 1212, al ramo feudale dei Del Carretto del Finale (diventando, di fatto, località di confine tra le due marche Arduinica e Aleramica) salvo poi, nel 1216, ritornare tra i domini del vescovo di Albenga che inserì questa parte del territorio nella giurisdizione della castellania della Pietra.
Solamente nel 1385 papa Urbano VI, prigioniero nel Regno di Napoli e successivamente liberato anche grazie all’aiuto della Repubblica di Genova, per sdebitarsi con quest’ultima decise la cessione dei borghi di Pietra (citato come “borgo o castello della Pietra”, l’attuale città di Pietra Ligure), Toirano, Giustenice, Borgio, Verezzi e altre terre nelle mani del doge Antoniotto Adorno e quindi della repubblica. Sotto il dominio genovese questa parte del territorio venne inserita nella podesteria della Pietra e ogni comunità aveva il compito di garantire la sicurezza e la difesa della giurisdizione. Sotto questo punto di vista la località di Borgio risultò però carente in quanto sprovvista di una postazione difensiva e tale mancanza, fondamentale per la sopravvivenza dei borghi in un periodo tormentato dai sempre più numerosi assalti dei pirati, fu colmata nel 1564 quando, su progetto di Antonio Rodaro, inviato a Borgio dal Senato della Repubblica, verranno edificati prima una torre, ancora oggi presente sul territorio borgese e poi un forte (1588), distrutto prima del 1789 per costruire, sulle sue fondamenta, l’attuale chiesa di San Pietro.
Nel corso del XVII secolo vi fu un attacco da parte dei Savoia in varie podesterie liguri e proprio nel territorio della giurisdizione della Pietra, il 30 maggio del 1625, le truppe sabaude furono respinte dal loro cammino verso Genova.
Con la dominazione di Napoleone Bonaparte il territorio tra Borgio e Verezzi rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all’interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, fece parte del III Cantone, con capoluogo Pietra, della Giurisdizione delle Arene Candide e dal 1803 centro principale del VI Cantone della Maremola nella Giurisdizione di Colombo. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte.
Nel 1815 furono inglobati nella provincia di Albenga del Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel V mandamento di Pietra del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927 con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona.
Risale al 1933 l’unione dei due comuni di Borgio (sul mare) e Verezzi (in collina a 250 m s.l.m.) nel solo comune unito di “Borgio Verezzi”, abitati separati “geograficamente” ancora oggi.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Pollupice.
Dal 4 dicembre 2014 alla primavera del 2015 ha fatto parte dell’Unione dei comuni della Riviera delle Palme e degli ulivi.
A seguire ricorderemo un evento della seconda guerra mondiale che accadde oggi in Sicilia, l’Operazione Husky.
L’operazione fu attuata dagli Alleati sulle coste siciliane nelle prime ore del 10 luglio 1943, con l’obiettivo di aprire un fronte nell’Europa continentale e invadere e sconfiggere il Regno d’Italia, concentrando in un secondo momento i propri sforzi contro la Germania nazista. Dopo la caduta di Pantelleria (operazione Corkscrew), fu la prima grande operazione delle truppe alleate sul suolo italiano durante la guerra e segnò l’inizio della campagna d’Italia (1943-1945).
Lo sbarco in Sicilia costituì una delle più grandi operazioni anfibie della seconda guerra mondiale. Vi presero parte due grandi unità alleate: la 7ª Armata statunitense al comando del generale George Smith Patton e l’8ª Armata britannica al comando del generale Bernard Law Montgomery, riunite nel 15º Gruppo d’armate sotto la responsabilità del generale britannico Harold Alexander. Le due armate sbarcarono nella zona sud-orientale della Sicilia con il compito di avanzare in contemporanea all’interno dell’isola: la 7ª Armata di Patton avrebbe dovuto avanzare verso Palermo e occupare la parte occidentale dell’isola, mentre l’8ª Armata di Montgomery avrebbe dovuto marciare lungo la parte centro-orientale della Sicilia verso Messina, compiendo in linea teorica un’azione a tenaglia che avrebbe dovuto imprigionare le forze dell’Asse, raggruppate nella 6ª Armata italiana comandata dal generale Alfredo Guzzoni.
Dal punto di vista tattico la campagna ebbe un esito deludente per gli Alleati, che non riuscirono a impedire la ritirata delle truppe italo-tedesche del generale Hans-Valentin Hube (che ai primi di agosto subentrò a Guzzoni) verso l’Italia continentale. Da un punto di vista strategico-politico, invece, la campagna fu molto positiva, l’invasione della Sicilia ebbe decisiva influenza in Italia: favorì la destituzione di Benito Mussolini, la caduta del fascismo e il successivo armistizio di Cassibile, con cui le forze armate italiane cessarono le ostilità contro gli anglo-statunitensi.
INFO
Sito web del Comune di Borgio Verezzi
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