Puntata 193 – Mont’e Prama in Sardegna restituisce nuovi ‘giganti’ da studiare

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03:54Intervista al dottor Alessandro Usai della Soprintendenza di Cagliari
Volto di ‘Gigante’ – Foto di Sailko

La Sardegna, una regione italiana meravigliosa per la sua natura incontaminata, le sue bellissime spiaggie, meta costante di milioni di turisti che le frequentano in buona parte dell’anno.
La Sardegna, con le sue stupende e antichissime tradizioni enogastronomiche oggi ci parlerà dei segreti che nasconde nelle sue viscere, i suoi reperti archeologici e per parlare di questo oggi incontreremo il dottor Alessandro Usai, funzionario della soprintendenza di Cagliari ed archeologo che ci parlerà dei famosi ‘giganti’ o ‘pugilatori’ di Mont’e Prama ritrovati in provincia di Oristano negli anni ’70 del secolo scorso, ma soprattutto dei nuovi ritrovamenti perchè sono tornati alla luce altri di questi complessi scultorei e che ora sono al vaglio degli esperti per la ricomposizione, essendo stati recuperati tutti a frammenti e del restauro.

I Giganti di Mont’e Prama (Sos gigantes de Monti Prama in lingua sarda) sono antiche sculture risalenti alla Civiltà nuragica ritrovate casualmente nel marzo del 1974 in località Mont’e Prama nel Sinis di Cabras, nella Sardegna centro-occidentale. Sono state scolpite a tutto tondo ognuna a partire da un unico blocco di arenaria gessosa locale proveniente da cave distanti in linea d’aria sedici chilometri. La loro altezza varia tra i due e i due metri e mezzo e come nelle raffigurazioni dei bronzetti nuragici rappresentano arcieri, guerrieri e pugilatori. Insieme alle statue furono rinvenute sculture raffiguranti nuraghi, oltre a numerosi betili del tipo “oragiana”, tipico manufatto artistico presente nell’esedra delle tombe dei giganti. Il complesso scultoreo ricomposto in seguito al restauro è costituito da trentotto sculture di cui cinque arcieri, quattro guerrieri, sedici pugilatori, tredici modelli di nuraghe.

La zona di Mont’e Prama

Le statue sono state ritrovate spezzate in numerosi frammenti in connessione ad una vasta necropoli costituita attualmente (2021) da circa 150 sepolture. Nelle tombe a pozzo sono stati sepolti in postura assisa dei giovani individui, quasi tutti di sesso maschile e dalla muscolatura molto sviluppata e secondo gli studiosi ciò denota l’appartenenza alla classe dei guerrieri o degli aristocratici. All’interno delle tombe sono stati rinvenuti anche diversi frammenti di statue e sculture e l’associazione dei frammenti con i resti osteologici consente di datare le statue tramite il metodo del Carbonio 14. Altri reperti in grado di fornire indicazioni cronologiche sono le ceramiche e in un solo caso uno scarabeo egizio di età ramesside. A seconda delle ipotesi, la datazione dei Kolossoi – nome con il quale li chiamava l’archeologo Giovanni Lilliu – oscilla dal IX secolo a.C. o addirittura all’XIII secolo a.C., ipotesi che in ogni caso fa di Mont’e Prama il complesso di statue a tutto tondo più antico e numeroso d’Europa e del Mar Mediterraneo occidentale, in quanto antecedenti ai kouroi della Grecia antica e seconde soltanto alle sculture egizie.

Il sito oltre ad essere circondato da numerose vestigia nuragiche (villaggi, nuraghi), risulta essere l’emergenza di un più vasto insediamento. Le prospezioni geofisiche effettuate tramite l’utilizzo di un georadar hanno permesso di individuare altre numerose tombe e probabilmente altri giacimenti di statue nonché altre strutture templari. Ad oggi (2021) tali evidenze non sono state ancora indagate. Dopo quattro campagne di scavo fra il 1975 e il 2017, sono stati rinvenuti circa diecimila frammenti di pietra tra i quali 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo. Inizialmente solo alcuni dei primi frammenti vennero esposti in un’ala del Museo archeologico di Cagliari e la scoperta fu trascurata per decenni. Con lo stanziamento dei fondi nel 2005 da parte del Ministero per i beni e le attività culturali e della Regione Sardegna, le statue sono state ricomposte dai restauratori del Centro di conservazione archeologica di Roma, coordinati dalla Soprintendenza per i Beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro, nei locali del Centro di restauro e conservazione dei beni culturali presso Sassari. Attualmente (2021) diversi reperti ceramici e diverse datazioni ottenute col metodo C-14 indicano nel bronzo recente nuragico (XII secolo a.C.-XIII secolo a.C.) la fase iniziale della necropoli. L’ultima inumazione nuragica è datata al IV sec. a.C. contestuale alla conquista cartaginese della Sardegna e di poco antecedente alle numerose ceramiche e tombe puniche collegate alla distruzione e alla discarica delle statue. Nel 2014 in seguito a nuove campagne geofisiche, le università di Sassari e Cagliari ripresero gli scavi portando alla luce nuove tombe e statue.

Le sculture di oltre 2,50 metri sono state divise in: arcieri, guerrieri, pugilatori, modelli di nuraghe e betili e si possono osservare al Museo civico Giovanni Marongiu di Cabras e al Museo archeologico nazionale di Cagliari.

INFO

Sito web di Mont’e Prama

Sito web del Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras