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Nella puntata di oggi, vi porteremo in Val di Breguzzo, poco distante da Tione (TN) e sulle pendici del gruppo dell’Adamello.
Andremo a conoscere un giovanissimo rifugista di appena vent’anni, Gabriele Vidoli, nipote di Dario, storico gestore del rifugio Trivena che oggi viene condotto dal ragazzo.
La storia di questo rifugio è legata in particolar modo al nonno di Gabriele, grande amante della Val di Breguzzo, trasformando, grazie alla sua passione una vecchia casa dei minatori che li accanto avevano la loro cava in un vero e proprio rifugio alpino di montagna.
Fu un percorso non semplice, prima per via della ristrutturazione dell’immobile e poi per veder assegnata la classificazione di ‘Rifugio Alpino’ dal servizio turismo della Provincia di Trento.
Dario si impegnò anche verso il territorio e il cosiddetto appeal turistico/escursionistico adeguando la strada di accesso e la rimarcazione di sentieri che non erano segnati sulla cartografia.
Basti pensare che allora, esisteva un unico percorso Sat nemmeno segnalato.
Racconta Gabriele al IlTquotidiano «Il rifugio offre uno splendido punto panoramico a 1650 metri. Da qui la vista è completamente aperta, lo sguardo va alle alpi ledrensi, alla Val Gavardina dove svettano cima Ussol e cima Madris, si intravede talvolta parzialmente anche il Cadria nascosto completamente dalle piante della vallata che sale. Trivena è anche il punto di partenza per itinerari più impegnativi come Porte di Danerba o il Cop di Breguzzo».
Il rifugio è stato aperto tutti i giorni dal 17 giugno, fino all’ultima domenica di questa stagione l’8 ottobre scorso.
Una stagione estiva che ha offerto molto ai visitatori.
Grazie alla presenza del torrente Arnò che va tuffandosi a valle, nel Sarca, durante il suo percorso, crea delle polle di acqua calma in cui trovano vita le piccole trote ‘Fario’ e i salmerini ed il rifugio può fornire il permesso di pesca, quindi il luogo si presta a molte attività che vanno dal trekking, all’arrampicata al relax completo.
La stagione a venire inizierà verso fine dicembre quando vedrà il primo evento in programma e cioè il cenone di Capodanno con fiaccolata. Da quel momento inizia il periodo di divertimento sulla neve: sci alpinismo, ciaspole, discesa con slittini, sci estremo e freeride.
«Durante la stagione fredda la gestione del rifugio è logisticamente più complessa: l’approvvigionamento, l’accesso, le valanghe; una volta in rifugio però la neve ti permette di arrivare ovunque, infinite possibilità e vie da aprire e scoprire… un paradosso che amo» continua il giovane rifugista.
Gabriele, da sempre grande appassionato escursionista ed accompagnatore di media montagna, ha lavorato per molti anni accanto alla famiglia nella gestione di questo rifugio nutrendo il suo amore e la passione per la montagna.
Al rifugio Trivena, potremo anche gustare piatti deliziosi come piatti semplici e genuini: canederli, polenta, goulash, e d’estate anche prodotti a km 0 come il salmerino di montagna pescato direttamente nell’Arnò come ci racconterà nell’intervista.
Un luogo che racchiude anche un piccolo museo famigliare della Grande Guerra, il nonno quando, girando per i vari sentieri, trovava dei reperti bellici li portava a casa e così nasce un’esposizione all’interno del vecchio stallone, poco sopra il rifugio in cui vedremo installazioni, fotografie, documenti scritti sulla vallata e tanto altro.
Il rifugio si raggiunge in un’oretta da Tione a piedi, oppure, con i dovuti permessi di Transito, con un piccolo fuoristrada.
INFO
Pagina Facebook del Rifugio Trivena
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