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Nella puntata di oggi andremo a conoscere un’attrice italiana, Anna Elena Pepe, conosciuta qualche anno fa dopo aver visto una serie di corti in cui una ragazza ferrarese andava a vivere a Londra. L’abbiamo poi ritrovata al Ferrara Film Festival 2023.
Anna Elena Pepe è un’autrice bilingue Italo-Inglese. Ha studiato recitazione alla Guildhall School di Londra.
Anna ha sempre creduto nell’immenso potere dello storytelling, e dopo anni di lavoro come attrice ha sentito l’esigenza di essere non solo interprete, ma di raccontare il suo mondo, le sue storie. Ha quindi proseguito la sua formazione studiando sceneggiatura nell’ambito del programma “European Act” diretto da Paul Thomson (professore di Screenwriting alla Tisch School of the Arts di New York) e specializzandosi ulteriormente con corsi internazionali.
Essendo cresciuta tra Italia e Inghilterra, troviamo particolarmente presenti nei suoi lavori tematiche come l’immigrazione e la ricerca d’identità. Le sue storie sono caratterizzate da forti personaggi femminili non convenzionali, delle underdog che, attraverso situazioni difficili raccontate in chiave di commedia, cercano il proprio posto nel mondo, un posto che non è così facile da trovare.
Abbiamo poi viaggiato idealmente fino in Sardegna per andare a conoscere il borgo di Tempio Pausania raccontatoci dal suo Sindaco Giannetto Addis.
Tempio Pausania è un comune italiano di 13 211 abitanti della provincia di Sassari in Sardegna.
Delle prime forme di frequentazione e popolamento del territorio in epoca preistorica prenuragica sono testimonianza gli strumenti in selce ed ossidiana risalenti al neolitico e di contenitori ceramici dell’eneolitico di probabile utilizzo pastorale sulle falde del Monte Limbara, della cultura di Abealzu-Filigosa.
Maggiori tracce testimoniano l’insediamento di gruppi in epoca nuragica (dal 1800 a.C.), di cui sono testimonianza il villaggio sotto roccia del Monte Lu Finocchiu, le tombe di Monte di Deu e i nuraghi Izzana, Agnu (nella tipologia a “corridoio”, maggiormente tipica della Gallura), Polcu (a thòlos) e Maiori (a tipologia mista corridoio-tholos), spesso accomunate dall’integrazione tra strutture architettoniche e rocce circostanti. La presenza fino all’Ottocento del nuraghe di Monti Pinna (citato dall’Angius), la denominazione del rione “lu Naracu” e scavi condotti nell’attuale piazza Gallura hanno rivelato i resti di un villaggio nuragico anche in corrispondenza della parte alta dell’area centrale della città.
Dopo la conquista della Sardegna da parte dei romani (238 a.C.), in età imperiale (I secolo a.C.) alcune ipotesi vi individuano il centro romano di Gemellae, nei pressi della vicina Calangiani (oggi Calangianus), citato dall’Itinerarium Antonini del III secolo d.C. sull’itinerario sulle strade per Olbia (via Tertium, l’odierna Telti) e Tibula (forse l’odierna Castelsardo), da dove proseguiva per Turris Libisonis (oggi Porto Torres). Altri studi collocano Gemellae in località Milizzana (ai piedi del Monte Limbara), tra San Lorenzo e San Giorgio (nei pressi delle Fonti di Rinaggiu) o – come oggi sembra più probabile – a Monte Rennu (sul Coghinas, nei pressi di Perfugas). Un’altra ipotesi più recente individua a Tempio il santuario rurale “Hereum” di Tolomeo, dedicato a Era-Giunone.
Sono stati trovati resti romani (miliari, resti di antiche strade e di murature in mattoni) nella zona di Milizzana (località Tanca di li Frati) situata nei pressi della zona industriale, il cui toponimo potrebbe derivare dall’insediamento di un’antica milizia romana (forse una doppia legione o una coorte ausiliaria gemina composta da sardi e corsi, avamposto militare per il controllo delle popolazioni dei Còrsi che abitavano l’interno della Gallura e dei Balari che abitavano il Monteacuto a sud del Limbara) che poteva avervi posto le basi per lottare contro le popolazioni indigene che vivevano nei pressi dell’odierno centro cittadino con insediamenti nuragici nei quartieri Monti Pinna e San Pietro. Altri ritrovamenti tra cui l’iscrizione funeraria di un milite della coorte che vi ha militato per 19 anni si hanno nella zona di San Lorenzo “an(nos) IVI / milit(avit) an(nos) XVIIII / Cn(aeus) Faustinius Felix / heres eius / h(eres) f(ecit?) m(erenti?)”.
Citata come Templo per la prima volta nel 1173 in un atto tra la Primaziale di Pisa e il vescovo di Civita (oggi Olbia) e successivamente come Villa Templi, in periodo giudicale diviene capoluogo della Curatoria di Gemini, una delle divisioni amministrative del giudicato di Gallura. Nel XIII secolo ha inizio la costruzione delle chiese di San Pietro, di Santa Croce e del Rosario che costituiranno il nucleo del centro abitato.
Conquistata la Sardegna dagli Aragonesi (1324), in periodo del regno di Sardegna nella corona d’Aragona, viene menzionata nel Rationes decimarum Italiae: Sardinia (1346-1350) come de Tempio.
Infeudato nel 1420 alla famiglia sardo-iberica dei Carroz d’Arborea, nel corso del XV secolo nel centro si avvia un processo di sviluppo demografico ed economico, anche a causa dell’immigrazione dalla Corsica.
Dalla prima metà del XVI secolo, in seguito alla decadenza di Terranova – che nel 1559 avrebbe contato non più di 90 fuochi, ossia famiglie, pari a 360-400 abitanti – diviene gradatamente il centro principale della Gallura, la più settentrionale della Sardegna.
Nel 1543 viene fondato a Tempio, su iniziativa di donna Giovanna de Portugal, moglie del feudatario, un convento francescano con chiesa d’impianto rinascimentale, nel 1545 vi si insediano i frati Minori Osservanti.
Risparmiata dalle epidemie del Cinquecento, dal Seicento è sede di un mercato bovino che attira commercianti di origine iberica e la piccola nobiltà iberica, corsa e sassarese. Contemporaneamente in questo secolo e nei successivi si alimentano le correnti immigratorie, in particolare fuggiaschi provenienti dalla Corsica, che determinano dapprima lo stanziamento di popolazioni còrse nelle aree marginali delle campagne sotto forma di stazzi e insediamenti sparsi “dando così a queste zone, insieme al loro originale habitat disperso, un’originalità anche etnica che non si è mai più cancellata”, mentre nei centri abitati la popolazione era probabilmente ancora sardofona.
Passata la Sardegna per un breve periodo sotto il dominio austriaco, nel corso della guerra di successione spagnola, la piccola nobiltà tempiese, ostile agli ambienti dell’aristocrazia spagnola di Cagliari, si schiera a favore dell’arciduca d’Austria Carlo VI contro Filippo V, mentre la popolazione gallurese resta indifferente alla disputa.
Nel 1720 si conclude la guerra della Quadruplice Alleanza, in virtù del trattato dell’Aia la Sardegna viene ceduta ai Savoia. Nel Settecento Tempio è oggetto di forte incremento demografico.
Vi svolge la sua opera poetica in gallurese Gavino Pes, a testimonianza dell’avvenuto assestamento linguistico della parlata locale, di cui la città diviene uno dei centri di diffusione in Gallura.
Con Regio Editto del 4 maggio 1807 Tempio diviene sede di Prefettura (il territorio comprende la Gallura e l’Anglona). Nei primi decenni dell’Ottocento conta 5.827 abitanti ed è una popolosa città dell’isola. Nel 1821 Tempio raggiunge 7.000 abitanti, ma con la riorganizzazione amministrativa della Sardegna la Prefettura di Tempio viene soppressa ed accorpata a quella di Ozieri.
Nel corso dell’Ottocento si rafforza progressivamente il potere della nobiltà locale, fedele alla casa sabauda, e in particolare dei Valentino (conti di San Martino) e dei Pes (marchesi di Villamarina) e dei Falqui, di cui alcuni rami si trasferiranno a Cagliari. La città si svilupperà ulteriormente ingrandendosi e rivestendo una certa influenza presso la corte dei Savoia a Cagliari (periodo cosiddetto del “Governo dei Tempiesi”). Nel 1816 diviene viceré del Regno di Sardegna il tempiese Giacomo Pes di Villamarina, già governatore e ministro del Regno.
Nel 1833 Tempio diviene capoluogo della nuova Provincia di Gallura, la più estesa dell’isola con 2.138 km². Con Regio Diploma del 10 settembre 1836 viene elevata al rango di Città da re Carlo Alberto che l’aveva visitata nel 1829 e nel 1837 diviene sede di una sette Prefetture giudiziarie in cui è divisa l’isola. Nel 1839 diventa vescovo di “Civita e Ampurias” Diego Capece, tempiese, che – con l’appoggio di re Carlo Alberto – inoltra la richiesta di creazione della diocesi in “Ampurias-Tempio”, meglio rispondente alle mutate condizioni storiche e demografiche.
Nella seconda metà dell’Ottocento vengono create passeggiate alberate, creati i caselli daziari, vengono realizzati i palazzi pubblici (la Casa Comunale che ospitava anche il Tribunale e la Prefettura, le Carceri, il Mercato pubblico), le strade della città vengono lastricate in granito, la città si dota di un piano regolatore e viene creata la strada nazionale per Sassari e Terranova Pausania
Con la riforma amministrativa (Decreto Rattazzi n.3702 del 23 ottobre 1859) e l’unità d’Italia viene drasticamente ridotto il numero delle province e la Sardegna viene divisa in sole due province (Cagliari e Sassari). Tempio, come molte altre città in Italia, viene declassata a capoluogo di Circondario sede di Sottoprefettura.
Nel 1854 Giuseppe Garibaldi si trasferisce a Caprera e frequenta Santa Teresa di Gallura (Capo Testa), Arzachena (Lu Naracu), Bassacutena (Cucuruzzu) e Tempio. Rientrato dopo l’avventura dei “Mille” del 1860, gli viene concessa la cittadinanza onoraria di Tempio (analoga iniziativa è assunta dai consigli comunali di Sassari, Ozieri, La Maddalena, Cagliari e Oristano). Nel 1865 scrive al Municipio di Tempio «Stimatissimi signori, cittadino della Gallura, io andrò veramente superbo se mi riesce di fare qualcosa per essa, non mancherò quindi di impegnarmi presso i miei amici di Torino per appoggiare i loro giusti reclami. Con considerazione e rispetto di loro Signori». Dal 1867 al 1870, nel collegio elettorale di Tempio-Ozieri Giuseppe Garibaldi è deputato.
All’epoca Tempio, che contava 11.120 abitanti era divenuta la quarta città dell’isola e il comune più esteso del Regno con 906,70 km². Il territorio si estendeva da Longosardo, oggi Santa Teresa di Gallura, a San Teodoro, comprendendo aree un tempo spopolate e oggi denominate “Costa Smeralda”).
Nei primi anni del Novecento si dotò di un servizio telefonico extraurbano. Nel 1911 entra in funzione l’ospedale civile (che sarebbe rimasto l’unico della Gallura fino al 1956).
Il 20 gennaio 1915 vi viene fondata la Brigata Sassari con la sede del 152º reggimento di Fanteria, costituito da oltre 3000 soldati. Vi ha sede la prima sezione in Sardegna del Partito Sardo d’Azione e del Fascio dei Combattenti. Nel 1927 vengono soppressi in Italia i circondari e le sottoprefetture, ma Tempio resta comunque sede degli uffici pubblici della Gallura (tra cui il Tribunale, gli uffici finanziari e il Catasto). Nel 1933 Tempio diviene inoltre sede del 59º Reggimento Fanteria “Calabria” (che si insedia nella caserma dedicata a Francesco Fadda) e negli anni quaranta del comando della 4ª Brigata Costiera.
Nel dopoguerra vennero gradatamente dismessi gli insediamenti militari della città (la sede della Brigata Sassari nella caserma Fadda e l’ospedale militare) mentre altri ancora in corso di realizzazione non trovarono completamento (complesso militare della Pischinaccia).
Nel corso del XX secolo con il ripopolamento delle coste, numerose sue frazioni ottengono l’autonomia comunale riducendone drasticamente l’estensione comunale (Santa Teresa nel 1821, Arzachena nel 1922, Luogosanto nel 1954, Palau e Aglientu nel 1959, Telti nel 1963, infine Loiri-Porto San Paolo nel 1979) mentre con la crescita di importanza economica e demografica di Olbia che ne ha fatto il vero centro economico e turistico della Gallura, la città di Tempio ha mantenuto il ruolo di centro di servizi amministrativi (tribunale, agenzia delle entrate, uffici regionali), e dell’istruzione (scuole superiori e sede staccata di università) dell’Alta Gallura.
INFO
Sito web del Comune di Tempio Pausania
Pagina Facebook della Pro Loco di Tempio Pausania
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