Puntata 283 – L’antico borgo marchigiano di Morro d’Alba e la sua storia | La tragedia dell’alluvione romagnolo

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04:08Il borgo di Morro d’Alba e le sue tradizioni29:05La tragedia dell’alluvione romagnolo

Nella puntata di oggi vi porteremo a conoscere il borgo di Morro d’Alba dialogando assieme al suo sindaco, Enrico Ciarimboli.

Morro d’Alba è un comune italiano di 1 789 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche.

Morro d’Alba ha origini lontanissime. La sua esistenza storica è accertata intorno all’anno Mille, quando compare come “Curtis” in un atto imperiale di Federico I. Ma le sue campagne, le zone dell’attuale territorio comunale, risultavano già abitate in epoca romana. Ad attestarlo è un medaglione aureo che riporta la scritta ricostruita “Theodoricus pius princeps invictus semper”, rinvenuto in una tomba a Sant’Amico, nelle vicinanze del paese e oggi conservato presso il Museo delle Terme di Roma. Il toponimo sembra ricordare la “mora” o cippo di confine sull'”alba” o colle, che segnava la separazione tra i comitato medievali di Jesi e di Senigallia.

Compare invece come “Castrum” in un altro atto del 1213, quando Senigallia è costretta a cedere Morro d’Alba al vicino comune di Jesi. Entrerà così a far parte del contado della Respublica Aesina, e ne seguirà tutte le sorti storiche. Nel 1326, Morro d’Alba viene assediata dalle milizie di Fabriano, e nel 1365 le mura devono essere ricostruite, forse a causa dei danni subiti da una incursione dei banditi della “Compagnia Maledicta” di Fra Moriale. Nel 1481 subisce diverse incursioni degli Anconetani.

Soltanto nel 1808, con il Regno Napoleonico, viene definitivamente sottratta al comune di Jesi; è poi nel 1860, con l’unità d’Italia, che Morro d’Alba entra a far parte della provincia di Ancona. Proprio questo avvenimento comportò, nel 1862, l’aggiunta del termine Alba al nome del paese, per evitare delle confusioni con altre località del Regno.

Il 14 novembre 1949 a Morro d’Alba nasce il pittore Enzo Cucchi, esponente della Transavanguardia italiana. Nelle sue opere rimarrà sempre il ricordo delle natie Marche e del Mare Adriatico.

Il 23 ottobre 2016 dopo un referendum consultivo Morro d’Alba respinge fortemente la proposta di fusione per incorporazione con Senigallia.

Il comune di Morro d’Alba fa parte dell’associazione Borghi più belli d’Italia ed è uno dei borghi più suggestivi delle Marche; questo conserva ad oggi numerose testimonianze del suo passato quali la cinta muraria e il camminamento interno “La Scarpa”, i sotterranei, il Palazzo comunale, la chiesa di San Gaudenzio e quella della Santissima Annunziata.

Cosa vedere a Morro d’Alba.

Chiesa di San Gaudenzio

La chiesa di San Gaudenzio è collocata all’interno delle mura e caratterizzata da ricchissime decorazioni parietali e da un pavimento in pietra del Furlo bianca e rosa. Al suo interno sono presenti diverse tele tra cui un esemplare di Ultima Cena (1735) appartenente a Giovanni Francesco Ferreri e Il battesimo di Gesù (1941) di Ciro Pavisa che è una copia dell’omonima tela eseguita da Andrea Verrocchio con alcuni suoi collaboratori tra cui Leonardo da Vinci.

Chiesa della Santissima Annunziata

La chiesa della Santissima Annunziata venne eretta nel 1670 ed era nota alla popolazione come chiesa di Santa Teleucania, poiché qui nel 1819 i fratelli don Angelo e don Francesco Remedi avevano esposto al pubblico le reliquie della santa martire ottenute a Roma. Oggi è usata come auditorium nel quale si organizzano congressi, concerti e mostre.

Camminamento “La Scarpa”

Il camminamento ‘La Scarpa’ definisce la peculiarità del borgo stesso racchiudendolo all’interno delle sue mura. Si tratta dell’antica fortezza medievale costruita proprio a scopo difensivo probabilmente già dal XIII secolo e che nel tempo ha subito numerose modifiche riscontrabili ancora oggi sulla struttura.

Palazzo Comunale

Il Palazzo Comunale si trova all’interno del castello ed è stato realizzato tra 1763 e 1775. Nella sua sala consiliare sono presenti oltre che dei semibusti dedicati ai benefattori della città, anche alcune opere di autore ignoto quali la ‘Vergine immacolata tra San Michele Arcangelo e San Benedetto’ e ‘San Michele Arcangelo e il demonio’, entrambe risalenti alla fine del XVII secolo. Vi è anche una pala d’altare di Claudio Ridolfi, pittore di origine veneta attivo nelle Marche che si chiama ‘Incoronazione della Vergine e i santi Francesco Bonaventura, Michele Arcangelo, Domenico Giuseppe’ del 1630 circa.

Museo Utensilia

È ubicato presso “La Scarpa” che non è altro che il vecchio camminamento di ronda della fortezza. Il Museo si trova in questa sede dal 2008 ed espone una collezione ragionata di oggetti appartenenti alla cultura mezzadrile, che ha caratterizzato questo territorio per anni. Venne inaugurato nel 1986 per volontà di Sergio Anselmi allora direttore del museo di storia della Mezzadria di Senigallia ed era allestito presso i locali dell’ex scuola media di Morro d’Alba.

Ad oggi è composto da otto sale situate negli ambienti del castello. In una di queste sale vi è un cannone di bottega napoletana fuso nel 1851 e che venne conquistato in battaglia dal Re Vittorio Emanuele II contro Carlo III di Borbone. Si trova qui perché è stato donato dal Museo storico nazionale dell’artiglieria di Torino nel 1862 per far esercitare la locale Guardia Nazionale nonché poi anche per festeggiare qualche ricorrenza. Oggi è ospitato in questi ambienti perché non venne donato a titolo gratuito, bensì in cambio della cessione da parte del Comune di Morro d’Alba al Museo dell’Artiglieria di Torino della più antica bombarda italiana nota fino ad oggi, realizzata in un unico pezzo di ferro battuto, risalente probabilmente al XIV secolo e rinvenuta proprio qui durante i lavori di recupero delle grotte assieme a tre mascoli.

Proseguiremo poi raccontandovi la tragedia dell’alluvione che ha colpito la Romagna nelle ultime settimane.

Crediti immagini: Comune di Morro d’Alba – Simone Zagagnoni – Voghiera Soccorso

INFO

Sito web del Comune di Morro d’Alba

Sito web di Voghiera Soccorso

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