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Oggi vi porteremo fra monti, valli e una natura praticamente incontaminata, il Parco Nazionale del Gran Paradiso e ve lo faremo raccontare dal suo presidente, il dott. Italo Cerise.
Il più antico Parco nazionale italiano ha una superficie di oltre 70.000 ettari ed è situato per metà in Valle d’Aosta, per l’altra in Piemonte. Accoglie, attorno alla vetta del Gran Paradiso, unica cima oltre i 4.000 metri interamente in territorio italiano, cinque vallate concentriche in cui si trovano tipici ambienti alpini, con ghiacciai, rocce, boschi di larici ed abeti. La creazione dell’area protetta è fortemente legata alla salvaguardia dell’animale simbolo del Parco, lo Stambecco alpino, di cui, dopo la II guerra mondiale, erano sopravvissuti solo 416 capi in tutto il mondo e tutti nel territorio del Parco.
Al fine di garantire lo sviluppo economico-sociale della popolazione del Parco, l’Ente promuove la sperimentazione di metodi di gestione del territorio, idonei a realizzare una integrazione sostenibile tra uomo ed ambiente naturale e tali da preservare il patrimonio naturale. L’Ente promuove nuove attività produttive compatibili e salvaguarda i valori culturali tradizionali presenti nelle attività agro-silvo pastorali, nell’artigianato e nell’architettura locale tradizionale.
Il Parco offre innumerevoli proposte di soggiorno: sportive, escursionistiche, ricreative e culturali, ma anche dedicate al benessere e al relax, in questa sezione trovate tutte le informazioni su come arrivare, conoscere e visitare l’area protetta.
21 SET 1821 – E’ istituito il divieto di caccia
Regia patente di Carlo Felice, re di Sardegna, con la quale viene proibita la caccia allo stambecco, ridotto ad alcune centinaia di capi attorno al Gran Paradiso e scomparso del tutto sull’arco alpino francese, italiano, svizzero, austriaco e sloveno (nell’immagine: Carlo Felice di Savoia in un ritratto del 1821).
29 DIC 1836 – Si rafforza la tutela dello stambecco
Rinnovo dell’azione di tutela dello stambecco del Gran Paradiso con la Regia patente del re Carlo Alberto, anche se la caccia da parte del re e della famiglia reale è consentita (nell’immagine: targa lignea con riferimento alle Regie patenti del 1836).
01 GEN 1856 – La Riserva Reale di Caccia
Nel 1856 Vittorio Emanuele II dichiara Riserva Reale di Caccia le montagne del Gran Paradiso, salvando dall’estinzione lo Stambecco che in quegli anni aveva ridotto la sua popolazione a livelli allarmanti.
01 GEN 1913 – Ultima caccia reale
Nel 1913 si svolge l’ultima caccia reale, sei anni più tardi Vittorio Emanuele III decise di cedere allo Stato i territori del Gran Paradiso di sua proprietà con i relativi diritti, indicando come condizione che si prendesse in considerazione l’idea di istituire un Parco Nazionale per la protezione della flora e della fauna alpina.
03 DIC 1922 – Nasce il primo parco nazionale italiano
Il 3 dicembre 1922 venne istituito il Parco Nazionale Gran Paradiso, il primo Parco Nazionale italiano, “allo scopo di preservare la fauna e la flora e di preservarne le speciali formazioni geologiche, nonché la bellezza del paesaggio”.
01 GEN 1933 – Crolla la popolazione di Stambecco
Tra il 1933 e il 1947 si assiste ad un crollo drammatico della popolazione di Stambecco a causa principalmente della centralizzazione delle gestione del Parco ed un conseguente scollamento con il territorio, dell’utilizzo di personale non locale, del bracconaggio e del crollo della situazione faunistica.
05 AGO 1947 – La rinascita e l’Ente di Gestione
Il 5 agosto 1947, con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, viene istituito l’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso. Il primo direttore è Renzo Videsott. Ha inizio un lungo e difficile percorso per la tutela e la promozione dell’area protetta.
01 GEN 1955 – Inaugurazione giardino botanico Paradisia
Nel 1955 viene inaugurato il giardino botanico Paradisia a Valnontey, frazione del comune di Cogne, nel cuore del Parco, a 1700 m di quota, su una superficie di circa 10.000 m2. Oggi le strutture turistiche e di educazione ambientale nel Parco contano 9 centri visitatori, 1 Centro di Educazione Ambientale, 1 Officina di attività ambientali e 2 ecomusei con oltre 32.000 visite all’anno (dati 2011).
01 GEN 1972 – Un Parco internazionale
Nel 1972 le crescenti sinergie tra il Gran paradiso e il parco francese de la Vanoise hanno reso naturale il gemellaggio tra i due Enti e la direzione delle loro azioni verso un obiettivo di sviluppo compatibile e di protezione a lungo termine.
01 GEN 1980 – La reintroduzione dello stambecco sulle Alpi
L’ultima colonia di Stambecco sopravvissuta sulle Alpi costituisce il serbatoio genetico di questa specie. Il Gran Paradiso ha la grande responsabilità di dover gestire questo patrimonio di variabilità e il dovere conservazionistico di intervenire con reintroduzioni e ripopolamenti in altre aree, qualora utile e necessario.
01 GEN 2003 – A piedi tra le nuvole
Nel 2003 viene inaugurato il progetto di mobilità sostenibile “A piedi tra le nuvole” che, accanto alla regolamentazione del traffico, prevede il rilancio dell’intera area del Nivolet con proposte turistiche di qualità.
01 GEN 2005 – I grandi ritorni
Negli ultimi anni il Parco ha visto un incremento delle presenze faunistiche con il ritorno del lupo e la prima nidificazione del gipeto sulle Alpi Occidentali.
01 GEN 2006 – Diploma europeo delle aree protette
Nel 2006 il Parco Nazionale del Gran Paradiso è stato insignito del Diploma europeo delle aree protette, assegnato dal Consiglio d’Europa ad aree protette naturali o semi-naturali che siano di interesse europeo dal punto di vista della conservazione della diversità biologica, geologica o paesaggistica e che godano di un adeguato livello di protezione.
01 GEN 2012 – Il Parco di oggi: tra conservazione e sviluppo sostenibile
Il Parco oggi registra 1,9 milioni di presenze annuali, può vantare una rete di sentieri di 850 km e 9 centri visitatori. Accanto a una ricerca scientifica di livello internazionale nascono progetti finalizzati a valorizzare i prodotti e le imprese locali come il Progetto Marchio di Qualità Gran Paradiso.
14 NOV 2014 – Il Parco nella Green List IUCN
Nell’ambito del congresso internazionale dei Parchi, promosso dall’Unione Mondiale Conservazione della Natura (IUCN), il 14 novembre 2014 il Parco Nazionale Gran paradiso è entrato a far parte della Green List delle aree protette, la prima certificazione a livello mondiale che riconosce efficacia ed equità nella gestione dei Parchi
15 LUG 2017 – L’uomo e i coltivi: apre il Centro Visitatori di Campiglia Soana
A luglio 2017 è stato presentato a Campiglia Soana il Centro Visitatori “L’uomo e i coltivi”, un percorso di visita museale che ripercorre la storia dell’agricoltura e mette in rilievo il ruolo dell’uomo nel suo rapporto con l’ambiente naturale.
29 SET 2017 – Confermato l’inserimento nella Green List IUCN
Dopo l’inserimento nella Green List nel 2014, primo e unico parco nazionale italiano ad essere stato selezionato, il Gran Paradiso viene riconfermato nel 2017 a seguito del processo di verifica triennale
21 SET 2019 – Inaugurato il Centro Visitatori di Rovenaud
A settembre 2019 è stato inaugurato il centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso “Acqua e Biodiversità” di Rovenaud – Valsavarenche. Il Centro, che si estende in un’area di 14.000mq in località Rovenaud di Valsavarenche permette di effettuare una vera e propria “immersione” in un ambiente del Parco in cui tutto è legato all’acqua. Nel Centro, che funzionerà da lente d’ingrandimento sugli ecosistemi legati all’acqua, sono ospitate delle lontre, specie un tempo presente in questi ambienti e scomparsa a causa delle persecuzioni e trasformazioni ambientali operate dall’uomo. Gli esemplari presenti provengono da un allevamento europeo e gli spazi a loro destinati sono idonei a ospitare animali in cattività.
20 APR 2021 – Per la terza volta nella Green List IUCN
Dopo 2014 e 2017 la IUCN riconosce al Parco l’inserimento nella Green List anche nel 2021. La Green List rappresenta una metodologia per la valutazione di efficacia sulla gestione delle aree protette, nonché uno strumento attraverso il quale migliorare la qualità e l’efficienza delle attività di gestione.
Proseguiremo poi ricordando l’inizio dell’Operazione Piccolo Saturno nome in codice assegnato dai sovietici alla seconda grande offensiva della campagna invernale nel settore meridionale del fronte orientale nel quadro della lunga battaglia di Stalingrado, durante la seconda guerra mondiale. L’operazione, in realtà, era una variante ridotta dell’originale e molto più ambiziosa operazione Saturno; l’offensiva, iniziata il 16 dicembre 1942, dopo una serie di attacchi preliminari a partire dall’11 dicembre, coinvolse le truppe italiane, provocando in pochi giorni il crollo dell’8ª Armata italiana (ARMIR) con conseguente irruzione in profondità nelle retrovie tedesche dei corpi meccanizzati sovietici. Il successo dell’operazione Piccolo Saturno decretò definitivamente il fallimento dei piani di salvataggio tedeschi della 6ª Armata intrappolata a Stalingrado e la conseguente disfatta del Terzo Reich nel settore meridionale del fronte orientale.
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