APRE AL PUBBLICO IL MUSEO ALLA CERTOSA DI SAN BARTOLOMEO DI RIVAROLO, DOPO IL RESTAURO

Apre oggi al pubblico il Museo alla Certosa di San Bartolomeo a Rivarolo, al centro di un profondo intervento di restauro realizzato dalla Direzione Lavori Pubblici del Comune di Genova. 

I lavori hanno interessato gli interni del complesso certosino e il chiostro, danneggiato profondamente dall’alluvione del 2014 che portò a un crollo della parte centrale del loggiato lato est. 

Il complesso monastico medievale, fondato nel 1297, ospiterà una nuova struttura museale genovese: il MUCE – Museo Certosa di Genova – Territorio, Storie, Culture che custodirà testimonianze materiali e immateriali del territorio della Val Polcevera e del genovesato, tra le quali la fornace per ceramica di età romano-imperiale, scoperta nel 2022 nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione della nuova stazione della metropolitana Brin-Canepari in piazzale Palli, dove sono state rinvenute tracce di un insediamento produttivo. 

«La riapertura al pubblico di questo straordinario sito è il frutto di un grande lavoro di squadra con il territorio e con la Soprintendenza – commenta il vicesindaco di Genova – dopo il restyling dei giardini di via Ariosto, che si affacciano direttamente sul chiostro della Certosa e inaugurati lo scorso anno, oggi inseriamo un ulteriore tassello nella rigenerazione del quartiere, restituendo alla cittadinanza un sito di straordinario valore storico-culturale. Sarà un luogo non solo di cultura, dove saranno custoditi importanti reperti frutto della campagna archeologica della Soprintendenza condotta dopo i ritrovamenti durante i lavori per la nuova metropolitana, ma anche di socialità con attività rivolte alle famiglie e a un pubblico più vasto, che potrà venire a godere di questo luogo straordinario in pochi minuti di metropolitana dal centro. Il quartiere di Certosa è al centro di importanti interventi finanziati anche con il Pnrr: abbiamo appena approvato in giunta il progetto esecutivo, da circa 5,5 milioni di euro, per il restauro di Villa Pallavicini, un altro edificio di valore per il patrimonio architettonico della città che avrà quindi una nuova vita e ospiterà servizi per i cittadini».

«Mi congratulo vivamente per la conclusione dei lavori di ristrutturazione e ricostruzione del Chiostro della Certosa, un importante intervento finanziato dal Bando delle Periferie – commenta il presidente del Municipio V Val Polcevera – Questo progetto, avviato dall’amministrazione comunale nel 2016 e proseguito fino ad oggi, rappresenta un grande successo per la nostra comunità. Ringrazio gli uffici dei Lavori Pubblici e la Direzione Musei per aver iniziato il progetto del MuCe – Museo Certosa, che ospiterà al suo interno anche l’antica fornace romana ritrovata durante i lavori della linea metropolitana. Il complesso della Certosa rappresenta un grande valore storico e culturale, ed è stato recuperato anche grazie al prezioso contributo di Giovanni Casanova e della Parrocchia San Bartolomeo della Certosa, con il particolare sostegno di Don Gianni Grosso e del compianto Andrea Brina. Questo sarà un luogo vivo, aperto al quartiere e facilmente raggiungibile dal centro, grazie alla metropolitana. Qui potranno incontrarsi bambini e ragazzi delle nostre scuole, famiglie, docenti, associazioni, comitati e tutti i cittadini della Valpolcevera e non solo. Il giardino adiacente al Chiostro sarà a breve intitolato a Don Renzo Ghiglione». «Il MUCE nasce con l’intento di documentare l’esperienza degli antenati, la vita dura e faticosa dei contadini, per mezzo di oggetti dell’epoca e di svariati attrezzi agricoli, oggetti e ricordi che ci rimandano ai giorni passati ma che invitano ad un istruttivo viaggio nel secolo scorso. Il Museo, oltre a preservare la memoria legata alla società rurale rivolge la sua attenzione all’ambito didattico e laboratoriale, con iniziative appositamente studiate per rendere disponibile ai docenti e agli studenti delle scuole di diverso ordine e grado, un’offerta culturale che andasse incontro alle loro esigenze formative. – così interviene Stefano Dagnino, presidente Solidarietà e Lavoro Onlus e capofila ATS – Con l’esperienza maturata nell’arco di  40 anni di attività, la rete che lo gestirà, progetterà programmi di sviluppo museale rivolti alle famiglie, agli studenti, ad un pubblico adulto e a fruitori culturalmente motivati, ampliando e potenziando la sua presenza sul territorio attraverso l’avvio di progetti che aiutino a comprendere la nostra contemporaneità, permettendoci di apprezzare ciò che abbiamo perso e ciò che abbiamo acquisito nell’arco di neanche un secolo della nostra storia. L’ATS quindi vuole dirigere i propri sforzi verso un’offerta didattica e culturale di livello elevato che coniuga il divertimento e la cultura a stimoli, interessi e informazioni che vanno a depositarsi nella memoria di lungo termine, lasciando traccia nei visitatori, grazie all’esperienza della varie realtà che la compongono, attive sul territorio e su Genova da molto tempo e con caratteristiche diverse, che si andranno ad intrecciare e lavorare tutte insieme non solo all’apertura del museo, ma anche alla realizzazione di iniziative di vario genere. La nostra finalità nella gestione di questo nuovo museo è quella di rende il visitatore parte attiva di un progetto unico e duraturo, che ha come compito irrinunciabile quello di preservare, accrescere e divulgare le testimonianze materiali e immateriali della cultura rurale che è stata la spina dorsale della nostra storia, guardando nel contempo in avanti perché la conservazione e la promozione delle peculiarità locali sono il futuro per le nuove generazioni che nascono e crescono nel nostro territorio».

I LAVORI

L’intervento di restauro ha ricostruito le parti crollate, risolto le criticità strutturali e migliorato la resistenza sismica. È stata ripristinata la configurazione originale del chiostro medievale della Certosa recuperandone sia i materiali sia il funzionamento strutturale grazie a tecniche di intervento poco invasive e rispondenti ai criteri conservativi messi a fuoco con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la Provincia della Spezia.

Il giardino del chiostro medievale è stato riqualificato sulla base delle tracce storiche presenti: sono state recuperate le quattro grandi aiuole trattate a verde, i percorsi e il pozzo centrale e sono state risolte le situazioni di dislivello tra il giardino e i tre lati del chiostro. 

Nel giardino sono stati mantenuti gli olivi e inserite bordure di piante storicamente compatibili nelle Certose (Rosmarinus officinalis sul perimetro delle aiuole e, nella parte arcuata intorno al pozzo, una bordura di Lavandula latifolia). 

Indagini condotte dalla Soprintendenza durante il cantiere di restauro hanno fornito interessanti informazioni sul sistema storico di captazione e di smaltimento delle acque, un aspetto peculiare del complesso di San Bartolomeo dove sono state scoperte vasche di accumulo e numerosi tratti di cunicoli di raccolta idrica, anche nella zona dell’orto del Padre Certosino.

Accanto al loggiato superiore del chiostro, l’intervento ha ricostruito una cella dei padri certosini con l’orto adiacente, spazi evocativi che offriranno al pubblico un’opportunità speciale di scoprire la forma di vita dei monaci di quest’ordine totalmente dedito alla contemplazione, il cui impegno e la cui vocazione consistono principalmente nel dedicarsi al silenzio e alla solitudine della cella, “al riparo dai rumori sia del mondo sia della casa stessa”. 

Un rilievo raffigurante la “flagellazione” rinvenuto nella cella “del monaco” è ora in corso di restauro nel laboratorio della stessa Soprintendenza.

L’orto adiacente è stato allestito come spazio a uso pubblico integrato con la cella e con il cinquecentesco loggiato superiore del chiostro: il portale con le colonne marmoree sono stati restaurati e così il muro che separa orto e loggiato, dove sono leggibili gli elementi stratigrafici murari che raccontano le vicende costruttive di questa parte del complesso e delle celle che vi si trovavano. L’orto e la stratigrafia muraria offriranno spunto per attività ed esperienze rivolte ai visitatori.

IL NUOVO MuCe

All’interno del complesso medievale sono stati realizzati spazi espositivi il cui progetto culturale e tecnico è stato condiviso e sviluppato nell’ambito di un tavolo di coprogettazione, attivato in collaborazione con il Municipio Valpolcevera, che ha coinvolto una rete di enti del terzo settore e realtà associative.

Il progetto della struttura museale, inizialmente incentrato sulle collezioni del Museo di Storia contadina genovese e ligure, si è arricchito fino a comprendere tre principali argomenti di interesse.

Una prima sezione, da oggi aperta al pubblico, illustra il territorio della Val Polcevera, le sue tradizioni, le caratteristiche e modi di gestione del paesaggio agrario, le attività e i cicli di produzioni agricole del genovesato attraverso una piccola selezione di pezzi delle collezioni del Museo di Storia e Cultura Contadina al Garbo con oggetti quotidiani, attrezzi realizzati dagli abitanti del territorio. Il prossimo step sarà l’allestimento della sezione dedicata al complesso monumentale Certosa di San Bartolomeo, alle vicende storiche e alle testimonianze del chiostro medievale appena restaurato, alla chiesa e al chiostro cinquecentesco ora della Parrocchia di San Bartolomeo e alle scoperte archeologiche fatte il cantiere di restauro. Nella Certosa, inoltre, troveranno spazio, oltre alla fornace, anche le recenti scoperte archeologiche fatte nel corso dei lavori per la metropolitana dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la Provincia della Spezia. 

Grazie alla stipula di un Accordo di valorizzazione tra il Ministero e il Comune di Genova, la fornace di età imperiale romana sarà ricostruita nella certosa e rinvenimenti in parte ancora in corso getteranno nuova luce sulle vicende del territorio in età romana, sugli insediamenti e le attività produttive.

Il Museo Certosa di Genova ha l’obiettivo di raccontare le storie del territorio dalle vicende dei liguri della protostoria resi celebri dalla Tavola di Polcevera, alle cronache della Certosa, alla storia e cultura contadina e alle tradizioni degli ultimi secoli. 

Le visite (info e prenotazioni su museidigenova.it). 

Da maggio a settembre, il museo è visitabile dal lunedì alla domenica su appuntamento per un minimo di 10 persone. 

Da ottobre a dicembre: il museo è aperto il venerdì e il sabato dalle 14 alle 17, domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17. È visitabile dal lunedì al giovedì su appuntamento per un minimo di 10 persone. 

A gestire il Museo Certosa è stata individuata l’ATS composta dalla capofila Solidarietà e Lavoro Scs Onlus e coadiuvata da Agorà Soc. Coop. Sociale, la cooperativa ASCUR, COOPSSE, ADMaiora srl, Associazione Lilliput, realtà con diverse vocazioni, ma tutte presenti sul territorio genovese e della Valpolcevera e che hanno ideato una serie di attività rivolte alle famiglie, alle scolaresche e, in generale, ai visitatori del complesso. 

Il progetto definitivo di gestione del Museo è stato sviluppato e condiviso nel corso di 7 incontri, da gennaio ad aprile, del tavolo di coprogettazione attivato dalla Direzione Musei, che si è avvalsa della normativa, alternativa al Codice Appalti, che regola la partecipazione degli enti di Terzo Settore alla progettazione e gestione dei servizi della pubblica amministrazione, garantendo in tal modo una maggiore efficacia nella risposta alle esigenze dei cittadini.

Per l’apertura al pubblico, oggi, l’Ats ha organizzato: visite al museo e al complesso della Certosa, laboratori e letture per adulti e bambini, “La tisana del Monaco” sull’uso e le proprietà di alcune erbe, il laboratorio “L’architettura delle Certose” per realizzare un modellino di Certosa con lapidei e cartoncini, la caccia al simbolo, le letture ad alta voce con la Biblioteca Civica Cervetto in dialetto genovese e Cöse ti mangi?, una lettura animata in genovese sulle abitudini culinarie dei monaci e la narrazione di alcune ricette tipiche della cucina ligure.